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Cosa succede in terapia?

Mi piace molto una definizione che ci suggerisce lo psicologo Franz Epting: "La psicoterapia dovrebbe far sentire alla persona che sta tornando a vivere. E' un'esperienza che rivitalizza e risveglia, un'impresa che infonde coraggio e vitalità."

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Nel mio modo di lavorare pongo molta attenzione a fare sentire le persone ascoltate, accolte e non giudicate. Mi piace considerare la stanza della terapia come un luogo sicuro dove le persone possano concedersi di raccontarsi, di depositare alcuni pesi e possano imparare ad ascoltarsi e ad entrare in contatto con le proprie emozioni. Un luogo senza timore di giudizio ma che, al contrario, offra la possibilità di considerare umani e legittimi i propri vissuti, anche i più difficili da raccontare. Lo psicologo Carl Rogers sosteneva che la guarigione inizia quando "qualunque sia la nostra storia, non abbiamo più bisogno di stare soli con essa".


Considero la psicoterapia un lavoro di squadra basato sulla fiducia: il terapeuta mette a disposizione le sue competenze e il suo personale modo di mettersi in relazione e il paziente prova ad affidarsi, ad accogliere le proposte e a mettere in gioco se stesso. â€‹â€‹â€‹

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Il punto di partenza del percorso è la richiesta specifica che ogni singola persona porta in terapia: ciò permette di individuare i bisogni, gli obiettivi desiderati e la direzione iniziale da intraprendere. Strada facendo possono emergere altre tematiche importanti per la persona, che si può scegliere insieme di approfondire. Oltre al più classico colloquio verbale, a seconda del caso possono essere impiegate altre tecniche di esplorazione del mondo interiore della persona. Personalmente trovo spesso efficaci tecniche creative che utilizzano la scrittura, la fotografia, esercizi di ispirazione teatrale e tecniche corporee che si basano sulla respirazione e che comprendono pratiche meditative e immaginative.

 

L'obiettivo di una terapia è aiutare la persona a comprendere cosa sta accadendo nella sua vita, da cosa origina la situazione, quale senso assume nel quadro più ampio della sua esistenza e a farsi delle domande nuove che guidino verso un cambiamento. Mi convince molto il pensiero di una mia insegnante, la dott.ssa Deborah Lee, quando sostiene che un terapeuta "non ha il compito di fare sentire meglio il paziente: ha il compito di insegnare al paziente come stare meglio nel suo sentire". Siamo tutti esseri umani, non immuni alla sofferenza e alla fatica che la vita può metterci davanti e penso che una delle cose più importanti che possa avvenire in terapia sia imparare a stare a contatto con ciò che ci accade, ad accoglierlo, non giudicarlo, comprenderlo, e farne qualcosa di utile nella nostra vita.

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